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domenica 27 dicembre 2009

Interrogazioni al sindaco da parte del PD: Gestione personale e prelievo dal Fondo di riserva.

GRUPPO CONSILIARE DI ORIA
Oria, 23 dicembre 2009
Al signor Sindaco di Oria
OGGETTO : GESTIONE DEL PERSONALE - MOBILITA' INTERNA – PROGRESSIONE VERTICALE – PROGRESSIONE ORIZZONTALE – INTERPELLANZA EX ART. 23 REGOLAMENTO CONSIGLIO COMUNALE
Il sottoscritto consigliere comunale è venuto a conoscenza di una serie di atti e provvedimenti che hanno e che stanno modificando l'assetto organizzativo degli uffici comunali e l'utilizzazione e la gestione del personale.
E' avvenuto infatti che per la terza volta nel corrente anno la giunta comunale ha modificato il piano del fabbisogno del personale, da ultimo con la delibera n. 148 del 30.09.09, che è stata data esecuzione alla progressione economica orizzontale del personale con determinazione del responsabile n. 1233 del 11.12.09 del registro generale, che è stata disposta mobilità interna intersettoriale con disposizioni di servizio prot. n. 21932 e n. 21936 del 3.12.09, che sono state riconosciute indennità annuali di responsabilità per l'anno 2008 in modo difforme e incoerente rispetto agli incarichi originariamente assegnati ex art. 17 CCNL e sulla base della contrattazione decentrata.
Dall'esame degli atti e dei provvedimenti innanzi indicati, dalla verifica dei risultati che tali provvedimenti produrrebbero sull'organizzazione degli uffici e sulla gestione del personale e dallo stato complessivo degli uffici e del personale emergono taluni aspetti poco chiari con riferimento alla programmazione del fabbisogno, alla efficienza degli uffici e all'utilizzazione delle risorse umane, così come sfugge, probabilmente per limiti di chi scrive, quale sia la complessiva politica del personale dell'amministrazione comunale da Lei presieduta.
L'ennesima modifica del piano del fabbisogno del personale non sembra in linea con una sana e trasparente programmazione del personale che dia efficienza e certezze alla riorganizzazione degli uffici, potendo invece rappresentare la spia di una politica del personale piegata su esigenze contingenti e di circostanza.
E peraltro la notizia secondo la quale sarebbe stato adottato ma non ancora pubblicato un provvedimento per la progressione verticale di tre dipendenti, che avrebbe ingenerato e causato dissensi e contrasti sia fra le forze politiche di maggioranza che nell'ambito del personale e che perciò sarebbe stato ritirato, aggrava le preoccupazioni innanzi rappresentate, adombrando il sospetto di una gestione troppo politicizzata del personale.
La vicenda della progressione economica orizzontale non getta luce diversa dal momento che presta il fianco alla critica sotto doversi profili: essa è stata estesa a tutti i dipendenti snaturandola dalla sua funzione tesa alla razionalizzazione e gestione dei processi di riorganizzazione e/o riqualificazione dei servizi; mentre però da un lato è stata estesa a tutti, dall'altro sembrava dover essere riconosciuta a 44 dei 46 dipendenti che avevano proposto istanza, tant'è che la determina di adozione recava l'approvazione della graduatoria di 44 dipendenti con esclusione quindi di due dipendenti appartenenti uno alla categoria B3, l'altro alla categoria C4; la valutazione del responsabile del servizio è stata operata con criteri che hanno poi dato vita a una graduatoria che contraddice la scelta di assicurare a tutti la progressione economica; i criteri adottati e la valutazione effettuata può ragionevolmente presumersi siano stati ragione e motivo di profondo disappunto e disagio da parte dei dipendenti mal valutati, ai quali sono stati assegnati dei veri e propri voti troppo spesso ampiamente inferiori alla sufficienza; la graduatoria è stata peraltro integralmente pubblicata all'albo pretorio, con esposizione di dati e risultati personali di ciascun dipendente esposti alla conoscenza di chiunque in violazione del principio di pertinenza e non eccedenza nel trattamento dei dati più e più volte affermato dal Garante per la protezione dei dati personali; sarebbe infatti bastata la pubblicazione della graduatoria senza che i dati sulla valutazione e sui voti assegnati fossero conoscibili a chicchessia con ovvi risvolti sul senso di frustrazione e inappagatezza che con ogni probabilità ciascun dipendente ha dovuto sentire sulla propria pelle nei riguardi del cittadino che poteva tranquillamente leggere e conoscere del suo valore, dei suoi voti, della sua considerazione e della sua valutazione da parte del responsabile del servizio e degli amministratori; che pensare, ovvero cosa mai potrà pensare un cittadino qualsiasi, di un dipendente indicato per nome e cognome che per l'impegno e la qualità della prestazione lavorativa prende un voto 10 mentre un altro dipendente prende voto 3?
A gravi profili di violazione dell'imparzialità e dell'efficienza dell'agire amministrativo e alla corretta, sana, trasparente e motivata gestione del personale attiene la vicenda che pure in questi giorni si è consumata sull'erogazione e sul riconoscimento dell'indennità annuale di responsabilità per il 2008 ad alcuni dipendenti comunali rispetto che ad altri, ingenerando così scoramento e insoddisfazione fra il personale.
E' avvenuto infatti che queste indennità siano state riconosciute in maniera difforme rispetto al passato pur con il permanere degli incarichi di responsabilità che dovevano esserne il presupposto di fatto e diritto e, probabilmente, condizionando anche o travalicando perfino i pareri dei responsabili dei rispettivi servizi, nel nome di una sorta di efficientismo di facciata che nulla ha a che vedere con la soddisfazione delle motivazioni, dei ruoli, delle responsabilità di ciascuno dei dipendenti con incarichi di cui all'art. 13 del contratto decentrato.
Sulla disposta mobilità interna di due dipendenti comunali tra settori diversi non si può non rassegnare la profonda inadeguatezza dei provvedimenti adottati, segnale evidente di una politica ancorata alle contingenze del momento e alle esigenze di qualcuno, mal celate dalla delega al responsabile del settore della responsabilità formale dell'assunzione dell'atto amministrativo, responsabilità sostanziali che sono invece della politica e dell'amministrazione da Lei presieduta in materia di gestione e utilizzo del personale e nel delicatissimo quanto importante e vitale settore del turismo.
Questi provvedimenti di servizio dovrebbero avere natura e durata provvisoria ma non se ne specifica né durata né termine, sguarniscono l'ufficio di segreteria, utilizzano un dipendente regolarmente e sin dall'origine assunto con la qualifica di archivista (caso credo unico nell'attuale dotazione organica fatta di personale adibito a qualifiche e mansioni diverse rispetto al profilo di assunzione), privano l'archivio e l'ufficio protocollo del dipendente in possesso delle specifiche competenze e dei relativi e appropriati titoli, non danno conto delle effettive esigenze di urgenza adottate con una clausola di stile senza che se ne dia conto effettivamente e in maniera trasparente.
E allora, dietro l'adozione formale del provvedimento da parte del responsabile del servizio si nascondono le reali intenzioni di assegnare in modo surrettizio a un consigliere di maggioranza con delega al turismo un ufficio dotato di tutto punto e tra l'altro di un dipendente comunale componente della pro loco e del gruppo sbandieratori rione lama.
Ma, mi chiedo e chiedo a Lei signor Sindaco, può assegnarsi a un consigliere comunale una delega così ampia e indeterminata senza definirne l'ambito operativo e senza giustificarne e motivarne le ragioni o l'eccezionalità? Andando contro la stessa lettera della legge (art. 56 Statuto, art. 64 D.Lvo 267/2000) ed assegnando al medesimo consigliere il ruolo di controllato e controllore nella politica del turismo di questa amministrazione? Come può conciliarsi il ruolo di consigliere comunale con quello di delegato al turismo nel momento della decisione politica dell'amministrazione di destinare una somma piuttosto che un'altra alla politica del turismo di questa Città?
Ma come potrebbe mai una maggioranza che si regge sull'appoggio di un consigliere con delega al turismo eventualmente non approvare le disposizioni di servizio del responsabile del servizio che presenta i profili di censura e di critica innanzi evidenziati?
Quadro reso ancor più difficile dalla seria possibilità che gli atti e i provvedimenti richiamati possano essere viziati dalla disparità di trattamento e da valutazioni del tutto avulse dal contesto effettivamente lavorativo legato alla produttività, alla diligenza, alle capacità, ai curricula dei dipendenti di questo Comune.
I fatti narrati e i provvedimenti censurati hanno creato e stanno alimentando un clima di disaffezione e disilussione dei dipendenti e il profondo malessere di tutto il personale che non giova all'interesse generale dell'efficienza amministrativa, così come stanno portando sul terreno poco rassicurante dello scontro sindacale invece che su quello del confronto sindacale che si auspica sia il luogo di risoluzione delle vertenze in un Comune come il nostro che soffre della cronica e tutt'oggi irrisolta carenza di personale.
Carenza del personale che non si risolve con il braccio di ferro, con la contrapposizione dura e pura, con la delega della politica a qualche dirigente e/o responsabile che faccia il “lavoro sporco” riguardante l'adozione di scelte che altrimenti la politica non sa fare o non potrebbe fare o non vuole fare per non perdere consenso o per sua strutturale debolezza di idee e di uomini.
E allora, e lo dico da subito, non vorrei che nascondesse dietro le attribuzioni e le funzioni del o dei dirigenti scelte che attengono invece a precise finalità politiche che spesso non hanno a cuore il bene comune e l'interesse generale ma scelte dettate dalle circostanze e dalle convenienze politiche di parte.
Alla luce di quanto sopra esposto,
Chiede
quali siano i motivi per i quali il Sindaco e la giunta municipale lascino che la politica e la gestione del personale sia abbandonata a provvedimenti estemporanei, in assenza di un quadro programmatico trasparente ed attendibile, senza alcun apprezzabile e visibile risultato dal punto di vista della gestione e del miglior utilizzo delle risorse umane, lasciando che venga a crearsi una situazione di forte conflittualità che non assicura all'agire amministrativo efficienza e produttività
chiede inoltre
quali siano gli intendimenti che il Sindaco e la giunta municipale intendano da subito adottare per eliminare le criticità innanzi esposte o per evitare che tali criticità abbiano in futuro a ripetersi.
Con osservanza
Il Consigliere Comunale
Avv. Tommaso Carone
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GRUPPO CONSILIARE DI ORIA
Oria, 23 dicembre 2009
Al signor Sindaco di Oria
OGGETTO : PRELIEVO DAL FONDO DI RISERVA – DELIBERA N. 195 DEL 4.12.2009 – INTERPELLANZA EX ART. 23 REGOLAMENTO CONSIGLIO COMUNALE
Il sottoscritto consigliere comunale
PREMESSO
che la giunta municipale ha adottato la delibera n. 195 del 4.12.2009 con la quale ha disposto procedersi all'utilizzo del fondo di riserva iscritto nel bilancio di previsione 2009;
che le motivazioni addotte dalla giunta sono la constatazione dell'insufficienza di alcuni stanziamenti di spesa del corrente esercizio in relazione ai vari servizi d'Istituto, senza tuttavia spiegarne meglio le ragioni e la cause;
che la giunta ha ritenuto di integrare lo stanziamento relativo ad alcune spese tra cui quelle per la fornitura di gasolio da riscaldamento, per le manifestazioni turistiche, per la competenza relative alle indennità degli amministratori, per spese di rappresentanza e per la fornitura di energia elettrica;
CONSIDERATO CHE
effettivamente nella parte dispositiva della delibera il fondo di riserva viene utilizzato per l'importo di euro 51.000,00 e cioè per la quasi totalità di quello iscritto in bilancio e pari ad euro 51.803,99;
esso viene utilizzato per € 800,00 per spese di rappresentanza, per euro 1.000,00 per rimborso spese di missione agli amministratori comunali, per € 5.650,00 per indennità di carica agli amministratori comunali, per € 8.500,00 per spese di riscaldamento di immobili e scuole comunali, € 7.180,00 per spese e contributi per manifestazioni turistiche, € 600,00 per spese per consulenza gestione servizio civile, per € 26.670,00 per spese di illuminazione pubblica;
esse sono spese aggiuntive rispetto quelle iscritte in bilancio;
la maggior parte di esse potevano essere previste e quantificate in sede di previsione, specie per quel che riguarda quelle per indennità di carica agli amministratori comunali, per spese di riscaldamento di immobili e scuole comunali, per spese e contributi per manifestazioni turistiche, per spese per consulenza gestione servizio civile, per spese di illuminazione pubblica, a meno di eventi eccezionali di cui però non si da conto nella citata delibera;
che alcune di esse non sono esattamente individuate e restano generiche e misteriose, come quelle per spese di rappresentanza e per rimborso spese di missione agli amministratori comunali;
che le spese non rispondono a esigenze straordinarie di bilancio;
che esse servono a integrare le dotazioni degli interventi di spesa corrente che si afferma essersi rivelati insufficienti ma che attengono alla gestione ordinaria di spese dell'Ente, sicuramente conoscibili e quantificabili sin dal momento della previsione di bilancio;
che esse erano probabilmente conosciuti già in precedenza ma non sono stati inseriti al momento della variazione di bilancio di recente approvazione.
Alla luce di quanto sopra esposto,
Chiede
quali siano state le ragioni per le quali le voci di spesa non siano state originariamente ed integralmente previste nel bilancio di previsione;
di indicare analiticamente le voci di spesa che si intende prelevare dal fondo e relative alle spese per spese di rappresentanza e per rimborso spese di missione agli amministratori comunali;
di sapere quali siano le ragioni o i motivi o gli eventi che hanno determinato come insufficienti le dotazioni per indennità di carica agli amministratori comunali, per spese di riscaldamento di immobili e scuole comunali, per spese per consulenza gestione servizio civile, per spese di illuminazione pubblica, a meno di eventi eccezionali di cui però non si da conto nella citata delibera;
di conoscere in modo analitico quali sono le voci relative alle spese e contributi per manifestazioni turistiche che si intende coprire con il prelievo dal fondo di riserva;
di conoscere le ragioni per le quali esse non siano state previste in sede di variazione e assestamento di bilancio, considerato che per la loro natura ed entità esse potevano essere conosciute anche in tale sede.
Con osservanza
Il Consigliere Comunale
Avv. Tommaso Carone

sabato 19 dicembre 2009

A proposito del rigassificatore. (A cura del prof. Fistetti)

A nome delle componenti della sinistra democratica che rappresento in Consiglio Provinciale esprimo sconcerto e stupore per la Valutazione d’impatto ambientale positiva che la Commissione ministeriale ha rilasciato alla costruzione del rigassificatore Lng a Capobianco. Ci troviamo di fronte ad un gesto che calpesta in modo arrogante la volontà democratica della comunità brindisina. Si è inteso così ignorare non solo le argomentazioni di carattere tecnico (le molteplici dimensioni di rischio inerenti all’impresa) e quelle propriamente politiche (la mancata consultazione delle popolazioni e il mancato coinvolgimento degli enti locali), ma anche e soprattutto gli aspetti penali della questione, dal momento che la magistratura ha portato alla luce una trama inquietante di corruzione e di illeciti. Se poniamo in relazione l’esito della Via al rigassificatore con l’andamento delle trattative in corso con l’Enel per la riduzione del carbone e per la tutela della salute delle popolazioni, ci rendiamo conto che siamo in presenza di un passaggio decisivo per le sorti della nostra comunità. Brindisi e provincia stanno giocando una partita da cui dipenderà il futuro delle nuove generazioni, che si può riassumere in questo dilemma drammatico: o riusciamo ad imporre allo sviluppo economico del nostro territorio gli standard di sostenibilità in grado di salvaguardare la qualità della vita degli abitanti e di valorizzare i beni identitari in suo possesso (cultura, turismo, patrimonio industriale riconvertibile) oppure saremo destinati ad essere il ricettacolo di concentrazioni multinazionali tese a perseguire i loro profitti aziendali e a scaricare sull’ambiente circostante i costi collaterali dell’inquinamento.
Rinnovo, dunque, l’appello che nel Consiglio Provinciale monotematico dedicato all’energia ho rivolto agli enti locali (Comune di Brindisi, Provincia, Comuni del brindisino, sindacati ed associazioni di categoria) per una grande manifestazione popolare che rivendichi la dignità e l’autonomia delle nostre popolazioni e ne renda tangibile la coesione attorno agli obiettivi di uno sviluppo ecologicamente sostenibile, che coniughi insieme cultura, difesa dell’ambiente e della salute ed occupazione.
Francesco Fistetti - Lista “Riformisti per Fistetti”

domenica 6 dicembre 2009

IL PARTITO DEMOCRATICO DI ORIA SOGNA OPPURE......

Nella serata di ieri sono stati distributi dei volantini contenenti un sogno fatto dal Partito Democratico di Oria. Cliccare QUI per visionarlo. Ho inviato un sms poco fa a 4 amici del PD fra Consiglieri Com/li e Dirigenti, ai quali ho scritto cosa invece ho sognato io stanotte e come vorrei fossero i Consiglieri Comunali oritani.

mercoledì 2 dicembre 2009

Università: approfondita riflessione sul rapporto tra cultura ed economia. (a cura del Prof. F.sco Fistetti)

L’inaugurazione del nuovo anno accademico dell’Università del Salento presso il teatro Verdi di Brindisi costituisce l’occasione forse più propizia per avviare da parte delle nostre classi dirigenti una riflessione approfondita sul rapporto tra cultura ed economia e, quindi, sul ruolo che l’Università può svolgere nella prospettiva di uno sviluppo virtuoso dei nostri territori. Finora una riflessione vera e propria su questa problematica cruciale è mancata ed è anche per questa ragione che scontiamo dei ritardi nella costruzione di un nostro modo di essere – chi siamo e che cosa facciamo – all’interno di una regione come la Puglia caratterizzata da una molteplicità di vocazioni produttive e culturali. Senza dubbio, bene ha fatto nel suo intervento il sindaco Mennitti a ricordare che finalmente a Brindisi l’Università è una realtà, “non è più un’aspirazione, non esercita una presenza risicata e periferica, non è un pennacchio per sentirsi importanti”. Ma se questo è un dato di fatto inoppugnabile, in primo luogo non bisogna nascondersi che attualmente l’Università sta attraversando un processo tumultuoso di trasformazione, al termine del quale non è improbabile che tutte, o quasi tutte, le sedi decentrate saranno destinate a chiudere. Infatti, i provvedimenti della cosiddetta riforma Gelmini – in particolare, la 133 del 2008 e altri in discussione al Senato – stanno assestando un colpo mortale all’assetto pubblico del nostro sistema universitario, che pur abbisogna di un radicale rinnovamento dei suoi statuti organizzativi e didattici. Per esempio, in questi ultimi anni, con l’introduzione del modello 3+2 (laurea di base triennale e biennio della specialistica), il numero delle discipline insegnate era cresciuto patologicamente a dismisura, per cui si rendono necessari uno sfoltimento e una semplicazione. Così pure, occorrono standard rigorosi di valutazione della qualità della didattica, dei risultati della ricerca, della selezione del corpo docente. Tuttavia, la strada imboccata dalla Gelmini è un’altra: da un lato ridurre drasticamente i fondi, dall’altro spingere il sistema della formazione universitaria fuori dall’ambito pubblico e ricollocarla nel privato. In questa logica, i consigli di amministrazione degli atenei saranno aperti alle aziende e ai privati in generale. Nulla di scandaloso, beninteso. Ma se didattica, formazione e programmi di ricerca saranno materia di decisione dei consigli di amministrazione così ridefiniti, siamo in presenza di una svolta epocale. Intanto, all’interno di questa transizione che non sappiamo quanto tempo durerà, noi, a Brindisi, dove abbiamo dei pezzi importanti di università – di Lecce e di Bari -, che cosa possiamo fare? Qui il senso di responsabilità delle classi dirigenti (ceto politico, imprenditori, sindacati, associazioni di categoria) deve prevalere sui campanilismi e i municipalismi. Bisognerà partire da alcune domande-chiave: quale università vogliamo? Oppure: per che cosa, per innescare quali processi di sviluppo? Quale dovrebbe essere la sua “mission” in un territorio come il nostro che ha determinate caratteristiche e non altre? Anzitutto, ammesso che le sedi decentrate sopravvivano ai criteri iugulatori imposti dalla riforma in atto, primo tra i quali un numero molto alto di professori garanti (almeno 12 per le lauree triennali), resta da risolvere il problema centrale. Che è quello di creare un’offerta formativa non dispersiva e frammentata, ma internamente coerente attorno ad un progetto specifico, con cui costruire un modello di sviluppo innovativo e qualitativamente adeguato. Così, se Brindisi vuol essere al contempo una città d’acqua e una città d’arte, dovrà essere conseguente, nel senso di puntare sulla vocazione del turismo con una messa in valore imprenditoriale dei beni enogastronomici (in una con l’appena costituito distretto agroalimentare) e soprattutto dei beni (e delle attività) culturali, ma contestualmente puntare sulle infrastrutture di terra (Alta Velocità), quelle relative ai collegamenti interportuali e l’industria collegata (il Distretto nautico) e quelle di cielo (il potenziamento della rete aerea). Come pure, non possiamo rinunciare al patrimonio industriale consolidatosi negli anni. Anche a questo riguardo, abbiamo bisogno di istituire una connessione sinergica tra il ragguardevole “know how” di cui disponiamo - cittadella della ricerca, distretto aeronautico, polo chimico - e il sistema delle imprese, specie quelle che possono ulteriormente essere alimentate da “fall-out” scientifico e tecnologico (in campo biomedico e nel monitoraggio dell’inquinamento dell’ambiente). Abbiamo bisogno, dunque, di rimodulare l’offerta formativa dei nostri pezzi di università, riorientandone gli assi strategici e di ricerca. Senza perdere tempo e con la consapevolezza che dobbiamo lavorare sodo, se non vogliamo che il divario tra Nord e Sud continui ad aggravarsi e se vogliamo rispondere alle sfide della globalizzazione.
Prof. Francesco Fistetti, Consigliere Provinciale